L'Alfa Spider è una roadster prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo a partire dal 1995 come erede del modello Alfa Spider Duetto divenuto l'icona dell'azienda milanese nel mondo delle autovetture sportive cabriolet. Rispetto alla progenitrice questa Spider, nata nel 1995, utilizza la trazione anteriore e fa parte del progetto Alfa Romeo 916 dal quale è nata anche coupé GTV. Questo modello venne prodotto fino al 2006, sostituito dalla nuova Spider, progettata in collaborazione con la General Motors.
La Spider venne presentata insieme all'Alfa GTV nell'autunno del 1994 al Salone dell'auto di Parigi in uno stand molto ampio e luminoso che mostrava i classici stilemi della casa di Arese. Il modello non è altro che la versione roadster della GTV frutto di Enrico Fumia per il centro stile Pininfarina dalla quale si differenzia per la coda completamente ridisegnata rispetto al GTV che presenta il cofano del bagagliaio sdoppiato con doppia apertura per contenere la capote in tela multistrato. I parafanghi posteriori benché presentino le medesime nervature del modello coupé possiedono un accordo con il cofano del baule differente. La lunghezza totale della Spider (916) è pari a 4.285 mm e 4.295 mm per le versioni ristilizzate prodotte dal 2003. Immutato il frontale che espone il classico scudetto con il logo della casa, mentre il cofano di forma triangolare ingloba i fanali sdoppiati anteriori. Il bagagliaio possiede un volume pari a 110 litri mentre il serbatoio contiene fino a 70 litri di carburante.
Il pianale che funge da base è un'evoluzione della piattaforma Tipo Tre progettata dal gruppo Fiat per le autovetture con carrozzeria a tre volumi come l'Alfa Romeo 155 e la Fiat Tempra. Quest'evoluzione costituisce in un accorciamento della struttura (soprattutto nel passo) e al pavimento ridisegnato per incrementare la rigidità della struttura e la sicurezza automobilistica. Infatti la Spider e la sorella GTV erano progettate per essere esportate anche negli Stati Uniti ma, a causa della crisi economica che colpì il marchio di Arese, tutti i progetti per l'esportazione americana delle 916 vennero annullati. Ciò nonostante la rigidità torsionale della scoperta era inferiore alla metà di quella della versione coupé che deteneva al tempo un valore record non solo per la categoria. Infatti era noto che nelle curve strette la 916 Spider tendeva ad alzare la ruota interna posteriore; i tecnici Alfa Romeo posero rimedio al problema (solo sulla Spider) aggiungendo sotto entrambi i passaruota posteriori una zavorra costituita da una coppia di bilanceri di ferro pieno per ovviare al problema.
La base della Spider venne utilizzata anche dalla Fiat Coupè, semplificata nelle sospensioni, ed era in programma anche per una sportiva di casa Lancia la cui progettazione venne in seguito sospesa. Sfrutta una geometria di sospensioni molto raffinata e sportiva per una trazione anteriore: all'avantreno troviamo le ruote indipendenti con schema MacPherson evoluto mentre al retrotreno lo schema a bracci multipli (Multilink con 5 bracci in alluminio per contenere il peso complessivo della struttura) garantisce una notevole stabilità soprattutto in curva, una maggiore precisione di guida e quindi una maggiore sicurezza. L'impianto frenante presenta quattro dischi di cui gli anteriori autoventilati. Solo per le Spider V6 erano disponibili i freni Brembo con quattro pistoncini e dischi anteriori da 305 mm.
Gli interni condivisi con la GTV adottavano plastiche di buona qualità ma fortemente penalizzate dalla scarsa cura degli assemblaggi: infatti la clientela ha lamentato numerosi scricchiolii provenienti dall'abitacolo dei primi esemplari prodotti. Le uniche differenze rispetto al GTV riguardavano il trattamento che subivano alcune plastiche della zona superiore dell'abitacolo per evitare eventuali danni causati dall'allagamento. Il disegno della plancia centrale risultava molto moderno per l'epoca: i tre diffusori dell'impianto di climatizzazione erano di forma circolare ed erano posizionati verso la zona centrale-superiore; al di sotto di essi vi era la strumentazione accessoria composta da tre quadranti orientati verso il guidatore e, ulteriormente più in basso, i comandi del clima (manuale o automatico e l'impianto stereo a cassette (in seguito a CD).
Progetto 916 venne prodotto dal debutto fino al 2000 presso lo stabilimento lombardo di Arese (Milano) di proprietà dell'Alfa Romeo fino a quando a causa della crisi di fine anni 2000 che investì tutto il gruppo Fiat, l'impianto venne chiuso e la Spider insieme alla sorella GTV vennero spostate presso gli impianti di Grugliasco e San Giorgio Canavese (entrambi a Torino) di proprietà della Pininfarina[3] (già autore della linea dei 916). I modelli assemblati a Torino vennero lievemente aggiornati nell'estetica grazie all'aggiunta sulla fiancata del classico logo Disegno Pininfarina del carrozzerie torinese. La produzione dei 916 terminò ufficialmente nel 2005 dopo oltre 90.000 vetture assemblate.
A tre anni dal debutto la Spider venne lievemente ristilizzata soprattutto negli interni dove debutta una nuova console dotata di inserti in plastica che imitano l'alluminio e un nuovo impianto di audio e navigazione denonimato Connect, caratterizzato dal navigatore satellitare dotato di schermo a cristalli liquidi a pittogrammi con mappe pre-caricate su CD. Ridisegnati numerosi vani portaoggetti, ora più capienti, e migliorata l'efficienza del climatizzatore, ora disponibile anche in versione automatica. L'impianto frenante venne potenziato grazie all'introduzione di serie del ABS e dell'EBD, la sicurezza venne incrementata dalla presenza dei doppi airbag frontali e dal nuovo servosterzo idraulico che indurisce la manovrabilità dello sterzo alle alte velocità. Migliorata la qualità degli assemblaggi.
L'estetica venne migliorata dalla presenza di nuove prese d'aria frontali e laterali e dal nuovo scudetto con cornici cromate. Tra gli optional era disponibile un kit sportivo che introduceva gli spoiler frontali e laterali per migliorare l'aerodinamica del veicolo e nuove rifiniture interne all'abitacolo.
secondo e ultimo aggiornamento debuttò al Salone dell'auto di Ginevra nel marzo 2003 in cui Pininfarina modificò la zona frontale dell'auto, caratterizzata da una fanaleria circolare e uno scudetto di dimensioni maggiori. I nuovi fari garantivano una potenza superiore rispetto al passato ed era disponibile anche l'impianto allo xeno. Il telaio subì alcuni aggiornamenti alle sospensioni (ancora più rigide e sportive) e venne introdotto il controllo della trazione ASR di serie per i motori 2.0 JTS e 3.2 V6 mentre era a pagamento per il 2.0 T.S..
Al debutto, l'Alfa Romeo Spider era disponibile con il motore benzina 4 cilindri 2,0 litri Twin Spark aspirato capace di 150 cavalli con una coppia massima di 187 N·m erogati a 6.400 giri al minuto. Tale propulsore non garantiva prestazioni particolarmente elevate, infatti lo scatto da 0-100 km/h avveniva in 8,5 secondi, garantendo un consumo medio pari a 10,9 km/l. Questo motore 2.0 TS venne potenziato nel 1998 a 155 cavalli migliorando lo scatto che avveniva in 8,4 secondi. Nel 2001 venne re-introdotto il 2,0 litri da 150 cavalli omologato secondo i parametri della normativa Euro 3 con la coppia motrice ridotta a 181 N m disponibili a 6.400 giri al minuto. Cambio manuale a 5 marce o robotizzato Selespeed a 5 marce.
Accanto al 2.0 TS aspirato era disponibile fino al 2001 anche il motore V6 TB (Turbo Benzina) 2.0 cm³ Busso con 201 cavalli a 6.000 giri al minuto ed una coppia di 285 N·m a 2.400 giri al minuto e che grazie all'ausilio di un turbocompressore prodotto dalla Garrett Systems denominato T28 e all'overboost incrementava i valori di coppia rispetto al valore dichiarato in un intervallo di tempo limitato dalla centralina. Elevate le prestazioni (0-100 in 7,3 secondi e 230 km/h di punta) ma a costo di consumi elevati (9,3 km/l di media). Il cambio era un manuale a 5 rapporti. Questo 2.0 TB V6 era omologato Euro 2.
Il motore 2.0 JTS (introdotto nel 2003 e omologato Euro 4) è stato una delle prime motorizzazioni dotate dell'iniezione diretta di benzina high-precision messa a punto dalla Bosch ad entrare nei cofani di un'Alfa Romeo. Derivato dalla precedente unità Twin Spark questo rinnovato 1.979 cm³ disponeva di 165 cavalli e di una coppia massima di 206 N·m erogati a 3.250 giri/min. I 15 cavalli in più permettevano di ottenere prestazioni leggermente migliori, garantendo lo stesso consumo di benzina della precedente versione TS. Il cambio manuale era a 5 rapporti.
Il piccolo 1.8 Twin Spark entrò in listino nel 1998 per uscire di produzione nel 2001. Grazie ai 144 cavalli era la motorizzazione aspirata con la potenza specifica più elevata e con la coppia di 168 N·m a soli 3.500 giri al minuto garantiva costi di esercizio bassi e prestazioni appena sufficienti. 205 km/h di velocità massima e consumo di 11,2 km/l in media per essere omologato come Euro 2. Il cambio manuale disponeva di 5 marce.
Il motore di punta per la Spider al momento della presentazione era il 3.0 benzina V6 Busso da 192 cavalli di potenza massima erogati a 5.600 giri/min. Progettato per le esigenze della clientela americana, disponeva di 2 valvole per cilindro (per un totale di 12 valvole) e di una coppia pari a 260 N·m a 4.400 giri/min. Questo 192 cavalli era molto dolce nell'erogazione infatti per la clientela che desiderava una sportività maggiore divenne disponibile nel 1999 il 2.0 V6 Turbo. Poiché il progetto per importare la Spider negli Stati Uniti venne sospeso e in seguito annullato, questo 3.0 uscì di produzione nel 1998 sostituito dall'unità più potente e con distribuzione a 4 valvole per cilindro capace di 218 cavalli. Per i motori a 6 cilindri il cambio era un manuale a 6 rapporti.
Solo nel 2003 il 3.0 V6 venne sostituito dal nuovo 3.2 V6 derivato dall'omonimo motore che equipaggiava le versioni GTA delle Alfa Romeo 147 e 156. I 239 cavalli garantivano una velocità massima di 242 km/h ed uno scatto da 0 a 100 km/h contenuto in 6,3 secondi con un consumo medio pari a 7,6 km/l. Il 3,2 litri era l'unità più potente entrata nel cofano del Progetto 916 ed era abbinata alla classica trasmissione manuale a 6 rapporti. Il nuovo 3.2 V6 era omologato Euro 3.
Fonte: Wikipedia